MamianiLab - Liceo Mamiani Roma

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Categoria principale

Matematica

Ambito

calcolo

Periodo

inizio XXI secolo

Numero inventario

2

Dimensioni

30 x 20 x 5

Materiali

legno, sabbia, sassi, plexiglass

Costruttore

Diego Urbani

   

DESCRIZIONE
Modello di abaco realizzato per questo museo nell'ambito del Percorso Calcolare stanca. È costituito da una tavoletta divisa in 4 colonne verticali. Ogni scomparto è riempito con sabbia sulla quale è possibile posizionare i sassolini.
Un coperchio scorrevole in plexiglass protegge il contenuto
.


FUNZIONE

È un strumento di calcolo aritmetico.

MODALITA' D'USO

Il funzionamento si basa sul principio fondamentale di ogni sistema di numerazione posizionale.
Ciascuna colonna rappresenta una diversa classe decimale e cioè le unità , le decine, le centinaia e le migliaia. I sassolini servono per indicare il numero delle unità di ciascuna classe.


NOTIZIE STORICHE

Nei primi sforzi per contare si faceva corrispondere ad ogni oggetto un dito, un segno o una tacca.
Con il progressivo svilupparsi della civiltà e quindi con la necessità di dover contare numeri sempre più grandi, i segni e le tacche diventarono ingombranti. Allora  sorse l’idea di usare simboli diversi (cifre) e combinazioni di simboli per rappresentare conteggi diversi (numeri). Alcuni popoli misero nei loro sistemi di numerazione le idee di raggruppamento e di valore di posizione. Col trascorrere del tempo e con la crescente complessità della vita, del commercio e dell’organizzazione militare si dovette ricorrere ad espedienti meccanici. L’abaco, nelle sue molteplici versioni, è il primo strumento usato per calcolare. L’uso dell’abaco divenne indispensabile nelle civiltà antiche che mancavano di un sistema di numerazione adatto al calcolo. Secondo alcuni il termine deriva dal latino
abăcus tramite la forma genitiva ἄβακας del greco βαξ, che significa tavoletta. Altri invece lo fanno risalire al vocabolo semitico חשבונייה (abac)  e cioè polvere.
Nel 1202 venne pubblicato il Liber abaci di Leonardo Pisano, detto il Fibonacci, con il quale introdusse nell’Europa Occidentale il nuovo sistema degli Indiani per la scrittura dei numeri e gli algoritmi per eseguire le operazioni aritmetiche. In questo contesto nacque anche il termine abbaco con  il significato più generale di arte di fare i calcoli. La lotta tra "abacisti" e "algoritmisti" durò dal secolo XI al XV. In alcuni paesi si arrivò a vietare le cifre arabiche nei documenti ufficiali. Questa abolizione riuscì a ostacolare lo sviluppo del nuovo sistema che, in questi secoli di transizione, non ebbe un’influenza importante sulla tecnica del calcolo. Tuttavia la superiorità del metodo e la facilità che esso ha introdotto nei calcoli portarono alla sua diffusione nell’ambito del commercio. Secondo alcune testimonianze provenienti dagli archivi italiani del XIII secolo i mercanti usavano le cifre arabiche come una specie di codice segreto. All’inizio del XVI secolo la supremazia della nuova numerazione era ormai incontestata. Quanto all’abaco, nell’Europa occidentale, non se ne trova più traccia a partire dal XVIII secolo.

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